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Capitolo 8 - Confessioni Di Una Madre Frustrata


di milflover95
17.11.2023    |    20.703    |    12 9.4
"Guardavo il suo bikini bianco costosissimo con uno “slip alto” che le valorizzava il piccolo sedere perfetto e mi sentivo inadeguata nel mio costume intero..."
Capitolo 8 – Ordalia

Purtroppo, il momento è arrivato.

Per potervi raccontare il presente della nostra vita dovrò introdurre una nuova (e scomoda) comprimaria: Aurora, la nuova fidanzata di mio figlio.

Si sono fidanzati l’anno scorso, dopo essersi incontrati a una fiera di orientamento universitario.

Se mi chiedessero di descrivere l’aspetto estetico di Aurora, dovrei obiettivamente ammettere che si tratta di una bella ragazza.

Diciotto anni, due meno di Angelo. Capelli di media lunghezza sulle spalle, di un biondo cenere. Viso piuttosto slavato, pelle molto chiara con un naso piccolo e dritto, occhi castani e sopracciglia molto chiare.

Devo dire che ha una bella bocca, con labbra rosse non troppo pronunciate ma ben disegnate e una bella fila di denti bianchi a comporre un sorriso compiaciuto e un po’ falso.

Fisicamente è bassina, poco sopra il metro e sessanta, sinuosa, con una prima di seno. Il suo punto di forza è indubbiamente il sedere, piccolo e a mandolino.

Ha una somiglianza notevole con un’attricetta americana di nome Taissa Farmiga.

Se non conoscete quest’attrice sappiate che non vi siete persi alcun futuro Premio Oscar; però volevo darvi un’idea del volto di Aurora sulla base di una somiglianza in effetti piuttosto evidente e di cui la nostra eroina si vanta ogni volta che può all’interno delle sue vere e uniche mura domestiche: gli onnipresenti social network, con tanto di confronto fotografico tra la Farmiga e lei e “hashtag” del tipo #quasisisters, #quasigemelle, #separateallanascita, #hollywoodarrivo eccetera.

Come il lettore avrà già intuito, ritengo che la fidanzata di mio figlio abbia una genuina (quanto ripugnante, a mio avviso) attitudine al “mestiere” di influencer, velina e frequentatrice di salotti di televisione spazzatura.

Sarebbe una cavia perfetta per un sociologo o un esperto pubblicitario.

Presente su tutti i social network, assidua aderente a tutte le tendenze del momento prima, rapidamente dimenticate il momento dopo.

Sempre vestita all’ultima moda, passa le giornate a scattarsi fotografie e a aderire ad ogni tendenza “virale”.

Negli anni ha indossato la parrucca bionda della regina dei draghi di “Game of Thrones”; poi è passata alla parrucca corvina di Mercoledì Addams e a imitarne i balletti su TikTok; successivamente si è agghindata come Annalisa in “Mon Amour” e adesso è il turno di Barbie.

Quando Angelo mi ha presentato Aurora, ho faticato a nascondere la delusione.

In primo luogo, rimasi delusa dall’aspetto fisico di Aurora, così diverso dal mio.

Lo so che può sembrare strano ma avrei trovato rassicurante (quasi prevedibile) che, come sua prima fidanzata, mio figlio scegliesse una ragazza che mi somigliasse sia fisicamente sia caratterialmente.

Ci avrei quasi scommesso.

Avevo fantasticato molto su questa ipotetica coppietta.

Immaginavo questa “piccola Maria” intenta a leccare e succhiare la cappella di mio figlio con trasporto, le grosse mammelle penzolanti, lui che andava in estasi per il suo primo sesso orale mentre le accarezzava i capelli corvini e lei che gli sussurrava di essere eccitata al pensiero di essere la sua prima volta.

Pensavo a mio figlio che penetrava dolcemente questa mia giovane sosia, quasi al rallentatore, la punta che entrava e usciva da quella vagina bollente come se fosse burro e il volto della ragazza che, agli occhi di mio figlio, diventava inevitabilmente il mio.

Il bollente fiume di sperma della sua prima volta a benedire la mia vagina. Volevo dire, quella della “piccola Maria”.

Ma non voglio divagare. Perdo il filo, l’eccitazione sale e ho ancora un paio di cose da scrivere.

In secondo luogo, rimasi delusa dal carattere e dal modo di porsi della ragazza.

Si presentò con un fiume di convenevoli e un entusiasmo, alle mie orecchie, piuttosto artificiale.

Mentre mio figlio ha una voce piuttosto bassa, pacata, leggermente nasale, Aurora ha invece un tono di voce acuto, stridulo, infantile. Il classico tono di voce di una ragazzina petulante. Irritante.

Sembrava felicissima di conoscermi e iniziò a parlare dei suoi progetti: “Sogno di fare la Content creator e la Influencer, oddio ma lo sai che hai dei capelli bellissimi? Come fanno ad essere così neri? Li tingi? Che tinta usi? Lo sai che Chiara Ferragni conosce delle tinte troppo fashion? Oddio anche il nostro incarnato è così diverso, vicine sembriamo il bianco e il nero!”

Nella stessa conversazione utilizzò in rapida sequenza frasi con parole come “Fashion”, “Virale”, “Hashtag”, “Follower”, “Meme”, “TikTok”, “Selfie”, “Challenge”, “Lollissimo”, “Maneskin” eccetera.

Disse qualcosa che non ricordo bene ma il concetto era che lei e Angelo fossero una coppia più bella di Giorgia e Damiano dei Maneskin o qualcosa del genere.

Mentre mi parlava, cercavo nello sguardo di mio figlio la conferma che anche lui si rendesse conto della stupidità della sua nuova fidanzatina, ma rimasi delusa.

I miei pensieri furono interrotti dal braccio di Aurora che mi strinse.

“Dai Maria facciamoci un selfie, non vedo l’ora di postarlo! #Mary&Auri, #Suocerissima, #Soggera, #Black&White!”

Tuttora questa foto di me e lei troneggia all’interno dei suoi profili social network; col senno di poi, il suo sorrisino falso e il mio sguardo perplesso nella stessa foto hanno un effetto quasi comico.

Durante quell’incontro, Angelo si limitava a sorridere e a interromperla ogni tanto per puntualizzare qualche dettaglio su come si fossero messi insieme, sul fatto che si conoscevano di vista già alle superiori e sul fatto che volessero andare al cinema quel weekend e altre attività simili.

Da allora, mi tocca sopportarla almeno tre volte a settimana, quando si trattiene in casa nostra fino a tardo pomeriggio.

L’Onnipotente è testimone del fatto che non ho la minima idea di come mio figlio e quell’ochetta siano attratti l’uno dall’altra.

Hanno una vita con interessi e obiettivi totalmente differenti, credo siano la prova di come gli opposti si attraggano.

Su mio figlio non intendo dilungarmi. È sempre stato appassionato al mondo della cultura e della lettura. Inoltre, è sempre stato abituato ad ascoltare educatamente l’interlocutore e a mostrarsi empatico con le situazioni altrui.

Invece, spiegare qualcosa ad Aurora è un’impresa. Telefonino perennemente in mano e una soglia di attenzione pari a due secondi.

Adesso forse capirete la vera ragione del mio titolo “Confessioni di una madre frustrata”.

Ebbene sì, ho iniziato a scrivere in profonda frustrazione.

Frustrata non tanto perché sessualmente inappagata, quanto perché delusa, demoralizzata da questa strana scelta di mio figlio di legarsi a una persona così diversa da lui e così inadeguata a soddisfare le sue fantasie.

Una smorfiosa, interessata unicamente al suo mondo virtuale e alle sue tendenze.

Dal punto di vista culturale Aurora vive di stereotipi pseudo femministi e di hashtag #girlpower e condividendo tutte le relative (e da lei incomprese) “battaglie” di tendenza dal “gender fluid” all’ecologia.

Aurora considera Greta Thunberg la più grande rivoluzionaria del secolo; l’ho vista con i miei occhi fotografarsi nell’atto di buttare una lattina di alluminio nel cestino della differenziata e, subito dopo lo scatto della fotografia, gettare distrattamente quella stessa lattina per terra.

Rita Levi Montalcini è il suo idolo, grande fornitrice di frasi da copiare.

I suoi interessi letterari si distinguono in due categorie: i grandi classici della letteratura, rigorosamente da fotografare aperti in una pagina a caso e mai letti e i libri che legge realmente, ossia quelli scritti da tutti i noti Influencer che non voglio menzionare.

Ho anche dei dubbi sul suo livello di scolarizzazione. Una volta mi ha detto che stava leggendo il manuale di corsivo di un influencer e la cosa mi ha lasciata molto perplessa, visto che si tratta di una conoscenza da apprendere alle scuole elementari. Probabilmente in quel periodo andava di moda avere una bella grafia. Una tendenza utile, se non altro.

Ammetto che sia stato imprudente da parte mia raccontarvi tanti dettagli su una persona così attiva sui social network e che qualcuno di voi potrebbe perfino conoscere; sinceramente non mi importa granché.

In fondo non credo sia una ragazza cattiva. Penso che Aurora rappresenti una vittima di una tendenza pubblicitaria che accosta la vocazione al successo facile e la fama. Il narcisismo come frutto malato da cogliere per realizzarsi.

Semmai Aurora mi leggesse, vorrei che sapesse quanto la disprezzi e la ritenga ridicola con tutte le sue pose e le sue mode effimere e che non posso negare di essermi divertita molto a sbeffeggiarla in questo racconto.

Secondo me Aurora è principalmente attratta dall’intelligenza e dal carattere dolce di mio figlio, ma non come elementi di valore, bensì come “status symbol” per vantarsi di avere un fidanzato “smart”. Pubblica spesso foto di lui che legge accanto a lei o brevi video in cui affettuosamente gli dà un pizzicotto per svegliarlo mentre legge. L’assenza più totale di contenuti, la forma che prevale sulla sostanza.

Riguardo mio figlio sospetto che, trattandosi della sua prima fidanzata, sia rimasto irretito dalla componente sessuale della loro relazione.

Una volta mi è capitato di scoprirli in flagrante intimità.

È successo mentre stavo tornando a casa in anticipo rispetto a quanto previsto, perché avevo dimenticato che il negozio dove dovevo recarmi era chiuso. Era una tarda mattinata del mese di marzo 2023.

Dovete sapere che nel nostro soggiorno c’è un divano addossato a una parete e con a fianco una porta finestra che affaccia sul balcone (viviamo al secondo piano di un palazzo).

Se la serranda della porta finestra non viene ben abbassata, è abbastanza semplice vedere quel divano da fuori.

Come dicevo, stavo tornando a casa e da fuori guardai distrattamente in direzione della porta finestra del soggiorno.

Rimasi incuriosita perché vidi che la serranda sembrava abbassata nonostante la mattina la tenessi ben aperta per far entrare la luce.

Allungai la vista e notai che la serranda non era stata abbassata del tutto.

Dalla finestra erano ben visibili le gambette nude di mio figlio, seduto sul divano, e il corpo nudo di Aurora (il volto non era visibile), inginocchiata in maniera inequivocabile tra le gambe di Angelo a praticargli del sesso orale.

Distinguevo abbastanza chiaramente il corpo giovane, tonico e magro di Aurora che si muoveva appena, i suoi piccoli seni schiacciati dal divano e un accenno dei suoi capelli biondi distesi sulla sua nuda schiena bianchissima.

La immaginai con il suo solito sorrisino compiaciuto, intenta a leccare lentamente il pisellotto di mio figlio che si godeva la scena di quella giovane e bella boccuccia impegnata a inglobare prima la sua cappella e poi l’intera asta tra le labbra rosse. Se non altro, almeno per un po’ la ragazza avrebbe avuto la bocca occupata.

Era questo che sognavi, tesoro? Un lento e sontuoso pompino sul divano? Avevi già un’appassionata (ben più esperta) a portata di mano e non lo sapevi, forse. Peccato.

Mi riscossi dalle mie fantasie e mi chiesi come procedere.

Subentrò una certa irritazione in me. Quella cretinetta non aveva nemmeno pensato ad abbassare del tutto la serranda; qualsiasi curioso fosse passato di lì avrebbe potuto notare quella scena.

Forse dovevo entrare in casa senza suonare e interrompere quella fellatio, magari sul più bello.

Però pensai che sarebbe stato spiacevole per mio figlio interrompere un orgasmo probabilmente molto desiderato, quindi rimasi lì. Una guardona sua malgrado. Se la presero comoda. Notai come gradualmente le gambe di mio figlio iniziarono a tremare e vidi di sfuggita un braccio di Aurora massaggiargli una coscia. Pensai che stesse aumentando il ritmo della succhiata ed ebbi la conferma quando vidi un braccio di Angelo muoversi in direzione del suo volto.

Probabilmente mio figlio aveva raggiunto il sospirato orgasmo e desiderava scaricarle in bocca tutto quel denso sperma accumulato per la tensione di un lungo pompino. Ragazza fortunata.

Non sono certa che Aurora abbia ingoiato perché mi sembrò che si alzasse in piedi subito dopo l’orgasmo, quasi correndo. Immagino sia andata in bagno a sputare quel ben di Dio. Un peccato mortale.

Amore mio, adesso hai capito perché non è degna di te? Mamma avrebbe assaporato la tua sborra come la più elaborata delle creme chantilly e l’avrebbe ingoiata desiderandone ancora.

Mi riscossi ancora una volta da quelle fantasie. Dopo dieci minuti, telefonai ad Angelo per avvertirlo che sarei tornata prima e aspettai fuori un altro quarto d’ora.

Quando tornai a casa li trovai vestiti e tranquilli, seduti su quel divano. Lei a postare sui social e lui a leggere.

Non sapevo bene cosa pensare di quell’episodio e decisi di non fare o dire nulla. Dopotutto non c’era nulla di strano in quello che era successo, anzi.

Ero certa che avessero anche fatto sesso. Spero protetto. Di colpo la prospettiva di avere Aurora come nuora mi terrorizzò. Mi infastidì l’idea che quella smorfiosa avesse colto la verginità di mio figlio. Chissà com’era stato.

Aveva pensato a mamma durante il suo primo atto sessuale?

Il giorno dopo quella scena controllai accuratamente la cronologia dei video porno visti da mio figlio. Continuava a guardare i soliti film a tema incestuoso. Una vista rassicurante ma che sollevava molti dubbi.

Perché si masturbava pensando a me sebbene avesse scelto per la sua prima volta una ragazzina fisicamente e caratterialmente così diversa da me? Cosa aveva lei che io non avevo? Stavo impazzendo.

Sembravo una bambina alla sua prima cotta. Non potevo essere gelosa di una adolescente appena maggiorenne.

Non capisco i film porno americani in cui madre, figlio e la di lui fidanzata consumano un rapporto a tre.

Non li condivido, mi infastidisce quando noto che mio figlio li guarda; da quando si è fidanzato ha guardato poco quella tipologia di video, in realtà.

Ho anche pensato che stia fantasticando in questo senso, ma non credo.

Comunque, non riuscirei mai a dividerlo sessualmente con un’altra, sarebbe impossibile. Lo so che è una fantasia molto diffusa tra i ragazzi, però è più forte di me. Mi mancherebbe l’aria al solo pensiero.

Mentre mi consumavo in questi pensieri infantili, l’estate 2023 iniziava.

Mio figlio aveva da poco concluso il semestre universitario con risultati eccellenti e abbiamo ufficialmente iniziato la nostra vacanza i primi giorni di luglio 2023.

L’idea era di trascorrere il mese di luglio andando al mare nei pressi di una spiaggia, piuttosto affollata, a pochi chilometri dalla nostra città, per poi trascorrere il mese di agosto in un villaggio vacanze.

Unica nota stonata, dopo pranzo ci raggiungeva Aurora e rimaneva con noi al mare fino al tardo pomeriggio. Vi risparmio ogni accenno di conversazione tra me e lei, per decoro.

Guardavo il suo bikini bianco costosissimo con uno “slip alto” che le valorizzava il piccolo sedere perfetto e mi sentivo inadeguata nel mio costume intero acquistato anni fa e per il mio sedere, un po' grosso e imperfetto.

Mi sembrava quasi che Aurora mi fissasse con sufficienza, come se il mio costume antiquato la mettesse in imbarazzo davanti a tutti.

I primi dieci giorni di luglio passarono senza particolari novità. Come nelle estati precedenti, sentivo spesso lo sguardo di mio figlio accarezzarmi tutto il corpo, soffermandosi in particolare sulla scollatura del mio costume da bagno.

Tuttavia, rispetto al passato, stavolta iniziai a considerare questi suoi sguardi come un’opportunità da sfruttare per avere la mia rivincita su quella scemetta.

Qualcosa in un angolo remoto della mia mente voleva spingermi a giocare sporco.

Iniziai a pensare che, pur di sbarazzarmi di questa scomoda ragazzina, ogni strada sarebbe stata giusta. Anche a costo di sedurre mio figlio?

Sedurre in che senso? Inizialmente pensai a un blando flirt, ad esempio a mostrargli innocentemente qualche parte del mio corpo approfittando dell’alibi fornito dall’estate.

Niente costume intero, passai a dei due pezzi molto striminziti. Un po' scomodi; sentivo il mio seno dolorante che si muoveva di vita propria ad ogni corsa in acqua e i capezzoli sempre dritti, doloranti.

Mi beavo degli sguardi di mio figlio. Un po' meno di quelli degli estranei, sempre pronti a fischiare e a darsi di gomito.

In quel periodo, dopo il ritorno a casa, iniziai a fare la doccia prima di lui e a uscire dal bagno con un piccolo asciugamano invece che con il solito accappatoio.

Un seno al vento, un accenno del mio pelo casualmente in bella vista.

Mi guarda! Cercava di restare impassibile ma il pisellotto non mentiva e il costume non riusciva a trattenere le sue erezioni!

“Ho fatto la doccia, tesoro, puoi andare in bagno adesso!” dissi soavemente a mio figlio, la mammella che ondeggiava piano.

Purtroppo, mio figlio usava la carta igienica per le seghe nella toilette, quindi non avevo la certezza che si fosse masturbato, ma era evidente che mi mangiasse con gli occhi.

Mi sembrava di impazzire in quei giorni; in spiaggia immaginavo madri incestuose ovunque.

Vedevo spesso in spiaggia accanto a noi una madre di mezza età, prosperosa, molto affascinante e in forma, mentre andava al mare con quello che credo fosse il proprio figlio (forse adottivo), un ragazzino di colore di circa quindici anni con un bel fisico asciutto con gli addominali ben definiti.

Non ho mai avuto il coraggio di parlare con loro ma quei due non me la raccontavano giusta.

Si accarezzavano e baciavano con trasporto e affetto incredibile, quasi sensualmente.

Ogni tanto notavo che lei mi sorrideva e subito dopo guardava mio figlio, quasi con aria complice.

Che mi stava succedendo?

Mi sembrava che cercassi conferme sulla scelta giusta da prendere. Casualmente, ancora una volta fu Angelo a ispirarmi.

Proprio in quei giorni di luglio mio figlio mi raccontò di un’usanza, chiamata “Ordalia”, con cui certi popoli antichi decidevano la giustizia in un processo. Le parti si sfidavano a compiere una certa sfida per mettersi alla prova e vedere da che parte fosse Dio.

Ebbi una folgorazione. Mi sarei messa alla prova e avrei lasciato che fosse il destino a decidere per me.

Un piano si disegnava nella mia mente. Il giorno dopo Aurora sarebbe stata al mare con i suoi genitori. Saremmo stati solo io e mio figlio.

Dovevo approfittarne: “Tesoro, sai che stavo pensando? Domani potremmo fare il bagno in un tratto di spiaggia che conosco, sta a mezz’ora da casa. È una vera chicca. Non ci va mai nessuno perché si raggiunge solo con l’automobile e bisogna superare una discesa con degli scalini piuttosto ripidi. La spiaggia è molto bella e tranquilla, che ne dici?”

Gli occhi di Angelo brillarono per la curiosità e accettò entusiasta quella piccola novità.

Come previsto, la spiaggia era deserta. Si sentivano solo i gabbiani e il rumore del mare. Era una bella giornata di sole. Ci fissammo meravigliati da tutto quel silenzio e sentii di colpo la tensione salire, mentre mi toglievo il pareo mostrando il mio costume a due pezzi e mio figlio si toglieva la maglietta e restava in costume boxer, mostrando il suo fisico magro e la sua pelle bianca.

Faceva molto caldo e ci tuffammo subito a mare. In acqua mi appoggiai dolcemente alla sua schiena stringendolo da dietro e lo sentii rabbrividire al contatto con il mio seno, i miei capezzoli ben in vista, così come la sua erezione.

Poi, da quella posizione, gli feci fare un tuffo all’indietro assieme a me.

Giocavamo, ci divertivamo. Il destino ci aspettava.

Tornammo in spiaggia e ci asciugammo.

In quel momento feci qualcosa che non avevo mai fatto. Ridendo, tolsi la parte di sopra del costume davanti a mio figlio che ebbe un momento di perplessità:

“Sei sicura di volere rimanere in topless? E se qualcuno ci vedesse?”

“Dai, tanto siamo solo noi! E poi per una volta voglio abbronzarmi senza i segni del costume” e, dopo aver liberato del tutto le mie grosse mammelle, mi stesi supina sull’asciugamano e arrotolai sull’inguine la parte di sotto del costume.

Il pelo nero e folto finalmente libero, il clitoride quasi in vista.

Con un mugolio di soddisfazione iniziai a prendere il sole accanto a mio figlio, appoggiato sull’asciugamano vicino a me.

Tenevo gli occhi chiusi e fingevo di riposare.

Sentivo il suo sguardo che accarezzava ogni parte del suo corpo, beandosi finalmente dello spettacolo di sua madre mezza nuda a trenta centimetri da lui, solo per lui.

Lo sentii ansimare piano e iniziai a bagnarmi, la vagina accaldata ed eccitata.

Dopo una decina di minuti, sentii che si alzava in piedi.

Aprii gli occhi e ammirai l’erezione ben visibile sotto al costume. Una tenda. Sorridendo gli chiedi dove stesse andando.

“Mamma vado un attimo tra quelle piante a fare pipì e torno subito!”

Mi passò accanto e lo fermai appoggiando delicatamente una mano sulla sua gamba.

“Angelo.. aspetta.”

Spalancò gli occhi per la sorpresa: “Perché?”

“Perché prima voglio che tu faccia una cosa per mamma” e alzai una gamba, mostrando fugacemente la mia figa ormai calda.

Rimase zitto per un interminabile minuto poi rispose solo: “Cosa?”

Sorrisi maliziosa: “mi faresti un bel massaggino ai piedi?”

Annuì lentamente e si chinò sulle mie gambe, iniziando il massaggio più energicamente anche se in maniera meno precisa del solito, quasi nervosamente.

Non potevo dargli torto, era evidente che stesse cercando di intravedere la vagina di mamma.

Sentivo le sue mani strofinarsi sui miei palmi dei piedi, le sue dita a stuzzicare le unghie delle mie dita come se fossero dei piccoli clitoridi, il suo sguardo che si muoveva irrequieto tra le mie gambe.

Quel massaggio, così appassionato, mi stava eccitando terribilmente. Sentivo le grandi labbra, spesse e carnose, sempre più bagnate e l’ingresso della mia vagina perdeva vistosamente liquidi che bagnavano l’asciugamano sotto di me.

Cosa stavo facendo? Potevo ancora fermare tutto.

Poi pensai ad Aurora e alla sua figura snella mentre lo spompinava.

Finsi di grattarmi distrattamente l’inguine e spalancai le gambe. Volevi vedere la figa di mamma, tesoro? Eccola. Guardala con calma. Non abbiamo fretta. Vedi com’è bagnata, lucida?

Vidi mio figlio spalancare gli occhi e mettere una mano sul costume gonfio.

Sorrisi e chiusi gli occhi dicendo “Mmm sei bravissimo tesoro, sposta il massaggio sulle gambe, mi stai facendo andare in paradiso, sono così rilassata!”

Chiusi gli occhi e rimasi supina piegando le gambe, il costume ormai arrotolato sull’inguine non copriva proprio nulla.

Sentii mio figlio dare alcune carezze alle mie gambe ed alzarsi in piedi.

Percepii tutta la sua eccitazione. Rimaneva in piedi a guardarmi in silenzio. Dopo un interminabile decina di secondi sentii il rumore del suo costume che si calava leggermente.

La mia figa ormai era arroventata, ricettiva, urlava per essere penetrata. Se mio figlio si fosse buttato nudo su di me avrei avuto un orgasmo pauroso e immediato.

Continuai ad ansimare leggermente con gli occhi chiusi, avevo paura di aprirli e di rovinare quell’incantesimo, scoprendolo sul più bello mentre si avvicinava alle mie gambe con il cazzo diretto verso la mia figa incandescente.

Lo sentii fare alcuni passi nella direzione della scopata più bella della nostra vita. Mio Dio, non ci credo, finalmente sta per succedere.

Dai tesoro, fallo. Ansimavo.

Dilatami le carni con il tuo cazzo turgido, sfondami come una troia. Sono pronta a riceverti, a ricevere il cazzone di mio figlio. Torna all’origine, entra nel vulcano da cui sei nato e che ti aspetta impaziente.

Poi si fermò. Lo sentii fare uno scatto ed aprendo gli occhi lo vidi allontanarsi.

Ci credereste? Lo guardai entrare rapidamente in acqua fino all’inguine con il costume abbassato sulle ginocchia. Anche se era voltato di schiena notai dal movimento del braccio che si stava inequivocabilmente masturbando. Gli bastarono pochi affondi per schizzare in mare tutta la sborra accumulata quella mattinata turbolenta. Vedevo il suo culetto bianco muoversi in avanti mentre sborrava in un orgasmo sicuramente devastante.

Ammetto che quello spettacolino mi intenerì e mi deluse allo stesso tempo.

Avevo immaginato un altro finale, ben più eccitante e lascivo, per quel giorno in spiaggia. Per un istante avevo sperato che mio figlio prendesse quell’iniziativa tanto desiderata e mi possedesse lì, su quell’asciugamano già zuppo dei miei liquidi.

Invece aveva dimostrato un notevole autocontrollo e aveva preferito sfogarsi da solo per evitare scelte irreparabili.

Lo guardai ritornare timidamente al suo asciugamano e gli sorrisi teneramente, rimettendo a posto la parte di sotto del mio costume.

Gli feci serenamente cenno di stendersi, ancora bagnato, accanto a me.

Si distese al mio fianco e, in silenzio, lo abbracciai maternamente, rabbrividendo al contatto tra la mia pelle tiepida e il suo corpo ancora umido, i miei capezzoli turgidi come chiodi.

Mi pareva di sentire i nostri cuori battere all’unisono e percepivo il curioso contrasto tra il suo inguine, ancora caldo dopo quell’orgasmo e il resto del corpo bagnato. Avrei voluto che fossimo totalmente nudi, avrebbe reso quel momento ancora più intimo.

Guidai lentamente la sua testa sul mio seno nudo e gli diedi un bacio sulla fronte sussurrandogli “Sei speciale. Nessuno ti amerà mai quanto mamma”.

“Lo so. Sarai sempre la prima donna nel mio cuore. E nei miei pensieri. Te lo prometto”, rispose.

Poi poggiò il volto sulle mie mammelle nude e chiuse gli occhi.

Mi sembrava di essere tornata la mamma di quindici anni prima, quando lasciavo che coccolasse il mio seno. Quanto avrei voluto che prendesse in bocca un mio capezzolo e poppasse come in passato!

Rimanemmo stretti a riposare così, per un tempo indefinito. Prima e unica volta che avvenne.

Probabilmente se qualcuno ci avesse visto avrebbe pensato a due amanti che dormivano dopo un coito all’aperto.

L’Ordalia era conclusa e l’esito non era stato quello voluto. Non mi importava.

Comunque, quando ci alzammo il posto era ancora deserto e iniziava ad essere tardi.

Ci ricomponemmo e tornammo all’automobile.

Mentre guidavo, la mia mente vagava.

Pensai che mio figlio avesse ragione. Forse meglio fermarsi, finirla qui. Ero stata immatura a provare a sedurlo per competere con una ragazzina e ottenere l’amore di mio figlio, quando era evidente che lo avevo già.

Le Aurore vanno e vengono. Le mamme restano. Il futuro era nostro.

Esclusa ogni attività seduttiva verso Angelo, pensai egoisticamente a cosa fare di quel fuoco incestuoso che mi bruciava dentro.

Trovare un altro uomo con cui sfogare le mie voglie mi sembrava da escludere. Anche solo il pensiero di cercare uomini “surrogati” mi dava la nausea. Forse un giorno avrei trovato “l’uomo giusto”, ma al momento mio figlio restava l’unico destinatario del mio amore e delle mie attenzioni.

Andare a raccontare i miei turbamenti a uno psicologo mi sembrava inquietante. Però leggevo che una soluzione da psicologia spicciola è quella di sfogare le proprie emozioni scrivendo.

Sublimare le proprie eccitazioni con la scrittura invece che con la masturbazione.

Cercai timidamente se ci fossero esempi simili sul web e.. scoprii un mondo!

Interi siti dedicati a racconti e confessioni sull’argomento dell’incesto. Incredibile. Ero molto ferrata sui video, ma non sapevo che esistessero anche i racconti. Mio figlio evidentemente non ne aveva mai letti o lo avrei saputo.

Fantasticai che potesse leggere i miei racconti e scoprire, finalmente, tutto quello che sento per lui. Per questo motivo ho usato i nostri veri nomi.

Ed eccomi qui, scrittrice erotica novizia, messa a nudo con voi e per voi.

In queste settimane, trascorse in un villaggio vacanze, in cui ho scritto i miei capitoli non è successo nulla di interessante tra di noi, come se scrivendo le mie voglie più oscure mi fossi purificata da intenzioni lussuriose. Abbiamo trascorso un’estate serena e spensierata. Sarà quel che sarà.

In effetti, confesso che scrivere questo racconto è stato liberatorio. Non so se è stato anche terapeutico, però ho dato finalmente voce a tutte le parole che non ho mai detto e a tutti i miei piccoli segreti incestuosi.

Con questo capitolo si conclude la mia storia. Sono arrivata al nostro presente e d’ora in poi credo che mi limiterò ad arricchire questo racconto solo con eventuali novità o mie riflessioni sulla nostra vita. Probabilmente la storia finisce qui.

Mi spiace aver deluso i lettori che speravano in un finale altamente erotico in cui finalmente avremmo dato sfogo alle nostre fantasie in un amplesso tale da rendere i film porno una favola per bambini.

Purtroppo, nel mondo reale non sempre le cose vanno come sognato. Quella volta in spiaggia ci siamo andati vicini ma evidentemente non era destino.

E va bene così.

Riconosco che scrivere questi racconti mi è piaciuto e in effetti sono tentata di continuare a scrivere, magari narrando storie di fantasia o autorizzata a raccontare confessioni altrui; temi emotivamente meno pesanti per me rispetto al racconto autobiografico. Chissà, non ho ancora deciso.

Ringrazio e saluto tutti i lettori e tutti coloro che mi hanno scritto per complimenti, per confidenze, per consigli, per solidarietà o anche solo per un pensiero affettuoso.

Non siete soli.

A tutti voi mando un abbraccio e un bacio.

Maria
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